“Voglio correre più veloce della meningite”

La storia di una grande rinascita
Andrea Lanfri, lucchese, vive una vita attiva, da giovane appassionato di sport. Finché, all’età di 29 anni, all’improvviso, è vittima di una grave malattia: meningite con sepsi meningococcica nel quale perde entrambe le gambe, e sette dita della mano.
Inizia la sua “seconda” vita. Nel 2016 inizia a correre con un paio di protesi in fibra di carbonio, diventando così il prima atleta uomo italiano della storia a correre con doppia amputazione agli arti inferiori sotto i 12 secondi nei 100 metri piani. Nel 2017 oltre al debutto nell’atletica dell’anno precedente vi è anche il ritorno su roccia, sport praticato prima della malattia.
Andrea, è detentore dei record italiani T43 su tutte le distanze praticate, 100-200 e 400 metri piani.
Andrea Lanfri è orgogliosamente ambasciatore della Ego Wellness Lifestyle, che insegna che nella vita ognuno è protagonista dei propri successi, nonostante il destino, nonostante tutto.
“Roma non fu costruita in un giorno”…tu invece Andrea in tre anni ti sei trovato a ricostruire tutto un mondo, il tuo, come fosse l’approdo su un altro pianeta: cosa hai ritrovato di te?
All’improvviso ho dovuto imparare nuovamente a fare tutto, come quando siamo piccoli e devi imparare a scrivere, mangiare, camminare, ecc….. Le cose banali e semplici della vita quotidiana sono diventate difficilissime. Questa a suo tempo fu vista come la prima grande sfida, impegnandomi costantemente e quotidianamente nell’esercitarmi, nel giro di poco sono riuscito a conquistare nuovamente tutto esattamente come prima. In realtà è veramente un altro pianeta, ma con la voglia di fare e la determinazione si arriva dove si vuole, e questo nuovo pianeta ormai l’ho fatto mio.
Cosa hai scoperto di nuovo?
Ho scoperto un nuovo mondo, tantissime persone speciali con una carica e voglia di vivere che nella vita di prima nessuno eguagliava. A volte penso veramente a quante cose mi sarei perso se quel giorno non mi fossi alzato da quel letto di ospedale, il percorso per arrivare qua è stato duro e doloroso ma ne è valsa ogni sofferenza.
Quali sono per te i princìpi fondamentali del “wellness”?
Per me questa parola significa molto. Lo sport e il benessere dico sempre che mi ha salvato la vita due volte. Per la prima volta in ospedale durante la malattia, e la seconda dopo la malattia.
Un fattore determinante e significativo, che mi ha aiutato a sopravvivere e a sconfiggere il virus, fu proprio la mia forma fisica. Prima di tutto non ero uno sportivo professionista come ora, ma ero sempre un ottimo sportivo che si allenava, quindi conducendo uno stile di vita sano e dinamico avevo un corpo forte pronto a ricevere e a superare la grande batosta che il virus aveva in servo per me. La seconda volta che mi ha salvato è stata quella quando ho dovuto ripartire da zero, e attraverso l’allenamento di quel periodo piano piano sono riuscito a conquistare le piccole grandi cose di quel momento.
Sono le circostanze favorevoli, le quali, a volte, trovano vie del tutto imprevedibili, a renderci campioni. Indubbiamente però ci vuole talento, una forza e un coraggio che vanno oltre i limiti immaginati. Come alleni la tua forza interiore?
Mi basta pensare a quei momenti dove ero “imprigionato” in quella stanzetta. Durante il mio mese di coma ho sognato molte cose, dove mi ricordo qualsiasi posto immaginato, la cosa che li accomunava tutti era il mio senso di impotenza nell’uscire da quel luogo imposto, ero lì bloccato e volevo uscire, all’improvviso ne sono uscito, e ora quando ripenso a quel periodo buoi, mi dà la forza e la carica giusta per non tornare lì, ma andare lontano. Andare oltre.
La consapevolezza di essere un atleta di livello è concisa con i tuoi primi successi?
Appena ho iniziato a correre avevo solamente tanta voglia e determinazione ma proprio non mi sentivo un atleta. Era veramente difficile anche solo stare in piedi sulle lame e principalmente l’allenamento si basava sul stare in piedi e correre più veloce possibili dalla partenza all’arrivo, niente più. Quando per caso, dopo 2 mesi che avevo iniziato, ho visto i minimi per partecipare all’Europeo un po’ tutti ridevano, ma alla fine sono riuscito a parteciparvi e a vincere anche un bronzo. Da qui in poi la cosa è cambiata, entrando a poco dopo nella nazionale italiana, mi sono sentito un vero atleta.
Quali sono stati i passaggi, le conquiste, i risultati, le persone che anche oggi ti sostengono maggiormente nel tuo percorso?
I miei passaggi per arrivare qua, sono stati veramente tanti, come tante sono state le persone. Basta ricordare che, grazie alla mia grande raccolta fondi on-line dove hanno aderito migliaia di persone da tutta Italia, sono riuscito a comprare le prime lamine da corsa e a conquistare i primi successi. Beh, io ho messo il sudore e la fatica, ma se non ci fossero state queste persone non sarei mai riuscito a correre, né tanto meno a vincere. Una grande fetta di merito per ogni mio successo, di ieri e di oggi, va a tutte queste persone, oltre alle altre che quotidianamente si fanno in quattro per permettermi di correre sempre più veloce. Altre persone fondamentali sono tutti quei miei amici che durante il periodo buio, non parlavano mai di cosa non sarei riuscito a fare, ma solamente di cosa avrei voluto fare. Le grandi conquiste di ora, prima erano parte di una routine. Salire su una parete verticale e raggiungere la vetta prima era una gratificazione, oggi una vittoria, e ogni volta uno schiaffo morale al destino che voleva fermarmi, ma non c’è riuscito, anzi..
Che tipo di allenamento atletico svolgi?
Ad oggi, dove ormai l’allenamento è il mio lavoro e la mia passione, mi alleno 6/9 volte la settimana, in base al periodo dell’anno, fra palestra, corsa, bici e nuoto. E ogni tanto nel poco tempo libero mi alleno per l’arrampicata ormai vista come passione pura e sfida continua contro i miei limiti. L’allenamento che mi piace di più è quello aerobico, invece quello meno preferito è il nuoto. La settimana genericamente parte da un allenamento di velocità pura, per poi passare in palestra ad Ego Wellness Resort, scaricando a metà settimana con un allenamento aerobico per poi finire con le varie resistenze alla velocità e la palestra.
Come vivi l’ambiente Ego Wellness Resort?
Sono stato fin da subito accolto magnificamente! Ho trovato di una struttura valida e ottima per poter svolgere l’allenamento in palestra e anche il recupero post gara con il servizio Spa. Durante la preparazione di questo inverno appena trascorso, ho dovuto subire un piccolo intervento al moncone sinistro, dove per un mese non ho potuto indossare la protesi, ma grazie alla disponibilità e alla professionalità della palestra ho potuto ugualmente allenarmi attraverso una corsa in acqua e ad alcuni esercizi di palestra mirati, mantenendo così la condizione in vista della stagione alle porte. Solo una grandissima qualità di team e di struttura mi potevano garantire tutto questo….
Un consiglio per superare i quotidiani sconforti personali a chi atleta non è….
C’è sempre una seconda possibilità, basta crederci. Ora, se una cosa mi sembra difficile e impossibile, è proprio la cosa giusta da fare. Appena sono tornato da Londra, con gran sorpresa al campo di allenamento, i ragazzi mi scrissero un mega cartellone: “La cosa più importante è non smettere di credere che si può sempre ricominciare” e infatti è proprio così. C’è sempre una soluzione, anche nei momenti più duri. In montagna mentre arrampicavo a volte mi sono capitate circostanze toste e difficili, da perdere la testa, ma la cosa più importate è sempre fermarsi un attimo e crederci. Non esiste cosa che non abbia soluzione, basta volerla trovare.
Quando all’improvviso ti ritrovi appeso a un filo fra la vita e la morte, capisci veramente che la vita è una sola, e non merita sprecare il tempo negli sconforti. Ma bisogna godersi tutto il tempo a disposizione.
I tuoi prossimi progetti/impegni
Gli appuntamenti per questo 2018 sono molti, fra le varie corse a arrampicate ho come rilevanza e in preparazione l’europeo che si svolgerà a Berlino nel fine agosto, e sul lato di alpinista, la conquista della vetta della Cima Grande, alle Tre Cime di Lavaredo, un vetta sempre ammirata e mai salita. Era già da un po’ di tempo che era nel mirino e quest’anno mi sono detto, perché no! Inoltre vorrei veramente riuscire a pubblicare la mia biografia, si intitolerà “Voglio Correre Più Veloce Della Meningite” una storia, la mia, che spero possa essere di esempio e di energia per molte persone, un progetto nato 2 anni fa, e arrivato ormai alla conclusione.
Articoli correlati
Potrebbe interessarti anche

Quando le donne si uniscono: la “run” di Lucca tutta al femminile
Tempo di lettura stimato: 2 minuti Uno di quei momenti belli, in cui il pensiero fluisce libero e nascono le idee. Uno di quei momenti in cui le “donne si

L’esperienza Immobiliare di Marco Catelli
Tempo di lettura stimato: 4 minuti Hai immobili da vendere? Da affittare? L’esperienza immobiliare a cubo di Marco Catelli è la migliore soluzione per te! Lo studio di Marco Catelli si