La storia di Sara è quella di una grande rivincita

Egowellness Lifestyle testimonia che il disturbo alimentare non si sceglie e non si sconfigge da soli.
I disturbi del comportamento alimentare non sono mai una scelta. Raggiungere la consapevolezza è un percorso in cui è fondamentale non sentirsi e non essere soli.
Ego Wellness Lifestyle pone attenzione a questo argomento verso il quale è necessario riservare cura e contribuire alla diffusione di una cultura migliore. L’abbiamo fatto stringendo una collaborazione attiva con l’Associazione per la Cura del Comportamento Alimentare Lucca Onlus e accogliendo testimonianze importanti, di chi desidera condividere la propria esperienza e lasciare a tutti un messaggio di determinazione e speranza. Nessuna “fiction”, questa è realtà, da affrontare con coraggio e forza. E quando mancano – il coraggio e la forza – saperli chiedere e sapere anche dove trovarli.
Ciao Sara, come stai?
Sono felicissima ed orgogliosa di poter condividere la mia esperienza: una vittoria personale che spero possa motivare tante persone…
Quando ha inizio la tua storia con il disturbo alimentare?
Ho 20 anni (quasi 21) ed ho iniziato questo percorso durante la quinta superiore, un periodo colmo di stress e tensioni dovute alla fatidica maturità! È proprio a causa di quel periodo, anzi direi “grazie” a quel periodo, che il problema che mi portavo dentro da tanto tempo è esploso in una forma così esagerata che non mi permetteva più di riconoscermi..
Quali sono stati i modi in cui si è presentato?
Sono sempre stata una ragazza legata al corpo, alla salute, allo sport… Faccio danza da ormai 16 anni, è la mia vita, e da due anni ho finito la scuola superiore (liceo artistico) ed ho iniziato l’università (scienze erboristiche perché purtroppo non sono riuscita ad entrare alla facoltà di psicomotricità)….Diciamo però che la danza non è mai stata il mio problema perché nella mia scuola non si è mai data importanza al fisico, ma sicuramente lo specchio dove mi specchiavo durante tutte le lezioni, inevitabilmente mi dava l’opportunità di studiare il mio corpo nei minimi dettagli, pregi e difetti.
Forse non era lo specchio a mettere in evidenza i tuoi pregi e difetti, ma i tuoi occhi…
È proprio per questo motivo che decisi di iniziare una dieta, andai da una nutrizionista e in circa 3 mesi persi quasi 8kg. Ero felicissima, ovviamente però non avevo seguito in modo corretto la dieta, perché ero dimagrita troppo velocemente , praticamente avevo mangiato molto meno rispetto a quello che la dieta indicava. Comunque, per festeggiare i miei chili ormai persi, decisi di mangiare un gelato subito dopo l’ultimo incontro con la nutrizionista, il gelato che non mangiavo da tanto tempo….e da lì è iniziato tutto…
In quel “tutto” qual è stato il tema dominante?
Ossessione e angoscia. Anche se la mia paura di tornare indietro nei progressi si faceva sentire, mi resi conto che un dolcetto durante il fine settimana non mi faceva ingrassare, allora trovai una sorta di “equilibrio” momentaneo secondo il quale durante la settimana seguivo una dieta ferrea e nel fine settimana mi concedevo qualche sfizio. Andando avanti con il tempo però, le mie diete settimanali diventavano sempre più severe ed i miei sfizi del weekend si trasformavano in vere e proprie abbuffate. La notte del venerdì arrivavo persino a sognarmi i dolci che avrei potuto mangiare la mattina del sabato e spesso non resistevo, mi alzavo la notte (tanto ormai era sabato) ed iniziavo a mangiare. Durante la settimana sembravo un’automa: latte a colazione,verdura a pranzo, frutta a merenda e verdura a cena…poi…sabato e domenica delirio,sempre più incontrollabile, sempre peggio.
Poi sarai arrivata ad un punto di rottura…
Sì, nel periodo della maturità, l’anno più difficile della mia vita. Affogata da problematiche più grandi di me avevo iniziato a mangiare per reprimere le mie sofferenze: tutti i giorni e non solo più nel weekend. Non riuscivo a riconoscermi, mi vergognavo, mi mortificavo, mi sentivo stupida, un animale senza controllo, mangiavo fino a stare male, sempre consapevole di tutto, lo facevo e basta. Quell’equilibrio perverso che mi ero creata non riuscivo proprio più a seguirlo, sentivo da parte del mio corpo una sorta di ribellione, un bisogno di riempire ed una grande voglia di nascondermi. Ho passato anni nel tentativo di vincere da sola, finché finalmente mi decisi a farmi aiutare.
Non tutti riescono a rendersene consapevoli, per te come è accaduto?
Una mia cara amica mi consigliò di rivolgermi ad una psicoterapeuta e una volta preso un appuntamento iniziai subito il mio percorso di recupero. Sicuramente non è stato semplice, avevo tutti contro, compresi i miei genitori che non davano importanza al mio problema e credevano che avrei potuto farcela da sola. Io però sapevo che non era così, sapevo che dietro alla mia voglia di mangiare c’era molto di più, sapevo che era un qualcosa di troppo grande da combattere da sola, avevo bisogno di aiuto, avevo paura.
Le tue sensazioni durante i primi passi della terapia?
Fin dal primo incontro, la dottoressa A. mi era sembrata un angelo, qualcuno che mi ascoltava, un appoggio, un cassetto nel quale potevo buttar fuori tutto dimenticando per un attimo la paura di essere giudicata. Inizialmente la terapia era piena di domande, riflessioni, ragionamenti…. finalmente riuscivo come per magia a scavarmi dentro e trovare risposte che da un lato avevo sempre saputo, ma dall’altro non avevo mai avuto il coraggio di accettare. Mano a mano che andavo avanti, la forza che scoprivo dentro e la la voglia di stare bene aumentavano, sapevo che sarei potuta guarire, che sarebbe stata dura ma che qualcuno era lì per me e non sarei stata sola.
Cosa hai scoperto di te stessa?
Iniziai a scrivere il mio diario alimentare che ogni settimana puntualmente commentavo con la dottoressa, quello che a volte usciva fuori era sconcertante ma allo stesso tempo la chiave di tutto. Là dove io mi sentivo un animale, matta, priva di controllo, inadatta, insoddisfatta, c ‘erano motivazioni e risposte che magicamente mi alleggerivano. C’ era il fatto che ero dovuta crescere velocemente a causa di genitori poco maturi, il fatto che nella vita avevo dovuto confrontarmi con situazioni troppo grandi, avevo dovuto fare da mamma perdendo la bellezza di sentirmi figlia… Avevo perduto totalmente la spensieratezza della mia età e avevo dovuto fare i conti con le insicurezze degli altri, con le insoddisfazioni e paure di chi involontariamente, standomi accanto, me le stava trasmettendo.
Come hai affrontato allora i passaggi successivi?
Presa coscienza di tutte queste situazioni, la dottoressa mi propose di iniziare una terapia familiare, sia per mettere al corrente i miei genitori di ciò che stavo vivendo, sia per risolvere o comunque imparare a gestire dinamiche molto particolari. Per fortuna i miei genitori, dopo non poche discussioni, decisero di buttarsi in questo viaggio con me e da lì le cose sono andate sempre meglio.
La mia terapia è durata circa un anno e mezzo, ricordo che nelle ultime sedute, al solo pensiero del cambiamento che avevo fatto, iniziavo a piangere dalla gioia.
La sensazione mi sembra quella di una rinascita!
Piano piano tutto è arrivato da sé, in modo non facile, ma è stato ciò di cui la mia vita e la mia famiglia avevano bisogno per rinascere. Proprio così, mi sono sentita rinascere, leggera, viva. Il cibo non era più una mia valvola di sfogo perché molti vuoti erano stati colmati ed altri potevano essere riempiti in altri modi. Spesso pensiamo che il cibo possa essere un amico che ci fa compagnia, che ci dà la forza ….in realtà tralasciamo il fatto che non esiste potenza più grande di quella che abbiamo dentro, e solo noi possiamo darci l’opportunità di stare bene. Adesso che la mia vita non ruota più attorno al cibo, adesso che non ho più paura di rimanere sola a casa con il timore di divorare tutto, adesso che posso godermi una vacanza e vivermi i momenti fino infondo assaporando ogni attimo senza che la mia mente pensi solo e soltanto al cibo, finalmente respiro. Adesso che ascolto il mio corpo e mi piaccio, che il cibo è diventato un bisogno fisico e un piacere, che l’equilibrio dentro di me è sano e può durare all’infinito, che mi amo, mi rispetto, credo in me stessa e non mi vergogno, adesso che non mi faccio più del male e non ho bisogno di nessuno per stare bene come allo stesso tempo nessuno ha il diritto di farmi soffrire, adesso che le giornate hanno ripreso colore, io ho iniziato a vivere ed ho riscoperto una me completamente nuova ma che probabilmente ho sempre conosciuto.
Che messaggio lasci al pubblico di Ego Wellness Resort e a tutte le donne che partecipando alla Ego Women Run sostengono concretamente l’Associazione A.C.C.A. di cui fanno parte anche le professioniste che ti hanno aiutato a rinascere?
Le vorrei ringraziare con tutto il mio cuore, così come ringrazio la dottoressa A., senza di lei non ce l’avrei mai fatta, ha saputo prendermi per mano come solo una grande professionista sarebbe in grado di fare e mi ha guidata nel percorso più importante della mia vita. E ovviamente un grazie speciale va anche alla dottoressa che ha gestito la nostra terapia familiare dando spazio a tutti e sciogliendo nodi che da soli non saremmo mai stati in grado di affrontare! Concludo invitando tutte le persone che hanno un problema a parlarne, a non aver paura e a mettersi al primo posto perché solo noi possiamo darci l’opportunità di stare bene e per quanto il percorso possa essere difficile, non abbiate paura,vi assicuro che ne vale la pena, amatevi!
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