La maratona di New York e la sfida di Chiara Tofanelli

Correre la maratona di New York è uno di quei sogni spesso inconfessabili per tanti. Nella nostra vita, già ricca di maratone di cui spesso non ce ne accorgiamo, immaginare un’impresa del genere è tanta roba. Per pazienza, tenacia e coraggio per realizzare, passo dopo passo, qualcosa che ci è caro.

Anche Chiara Tofanelli lo ha fatto e lo continua a fare, sempre più in grande: parteciperà alla maratona di New York. In questa intervista scoprirai, infatti, come si sta preparando a questa importante sfida anche grazie ai nostri coach di Ego Wellness.

Introduzione

La prima maratona, Chiara Tofanelli, l’ha vinta quando con un bambino piccolo e un’attività già avviata ha studiato mesi interi di notte e si è laureata in giurisprudenza. Un’altra, forse, è quella ancora in corso che condivide con suo marito e tutta la sua famiglia: forza e prospettiva di ogni suo giorno. 

Ma ora inizia il bello: 42 km con le proprie gambe non sono uno scherzo. Quarantadue chilometri sono lunghi anche a scriverlo e sono la maratona di New York, un simbolo per tutti i runners del mondo (e non solo). Proprio Marco, suo marito, ha cominciato a coinvolgerla per le prime “corsette” e poi lei non si è fermata lì. All’inizio è stato difficile, ma ora lo ringrazia.

Quarantadue chilometri sono una sfida molto impegnativa, sotto tutti i punti di vista, fisico e mentale, e lei l’ha accettata.

Chiara e la corsa: una storia di interesse, d’amore di passione?

Nella “mia” corsa c’è un po’ di tutto. Svago e amicizia si sono trasformati in interesse, passione e sfida personale

La maratona di New York, come nasce l’idea?

Quasi per gioco, con estrema incoscienza. Ho iniziato solo 3 anni fa alla Ego Wellness Resort qui a Lucca con due care amiche, Maria Teresa e Daniela, che ancora ringrazio. Abbiamo “fondato” un gruppo corsa molto, ma molto goliardico di nome “tarts”, da tanto andavamo “veloci”! Durante i nostri allenamenti ci raccontavamo di tutto, di sicuro anche la mandibola lavorava molto! Ridendo e scherzando siamo riuscite a preparare due mezze maratone e altre belle gare insieme, ma il nostro motto era “corro per mangiare”, una motivazione molto profonda… ma sincera.

Che ruolo ricopre l’attività fisica nella tua giornata?

In genere nella pausa pranzo, almeno due giorni a settimana, mi dedico un po’ a me stessa, ovviamente quando ciò è compatibile con gli impegni di lavoro e famiglia. Sono diventati momenti indispensabili, che mi aiutano ad essere più concentrata sul lavoro e più paziente e amorevole in famiglia. Non mi voglio giustificare, ma anche se può apparire egoismo puro, è tutt’altro.

Cos’è il wellness?

Per me è uno stile di vita: nonostante i mille impegni, cerco di mettere il mio benessere al centro dell’attenzione, attraverso lo sport e attraverso un’alimentazione corretta ed equilibrata. Questo mi aiuta a mantenere uno stato di benessere ed equilibrio psicofisico. “Mente sana in corpo sano”, è pura verità, perché se il corpo sta bene, la concentrazione aumenta e ne hanno beneficio anche le persone che ti stanno accanto. E poi a me piace cucinare, mi piace il buon cibo, il buon vino… quindi wellness per me significa anche volere e saper “riprendere le briglia” del proprio corpo, dopo gli inevitabili bagordi…

Quali discipline senti che ti hanno dato tanto quanto pensavi?

La piscina mi rilassa, sia il nuoto libero che i corsi. Amo i corsi di Ginetta (Ginetta Bertini, coach Ego Wellness, n.d.r.) che mi divertono tantissimo! Ma la “disciplina” più soddisfacente per me resta… la SPA!

E poi un sogno: correre la maratona di New York…

L’idea è nata a Boston nel 2014, dopo avere assistito alla commemorazione delle vittime dell’attentato avvenuto durante la maratona del 2013, ma non si è mai pronti per buttarsi in certe avventure. Quindi per questo devo ringraziare mio marito perché mi ha spinto ad iscrivermi con lui. Non nego che quando racconto di questa impresa, alcuni mi incoraggiano, ma tanti altri…mi danno della pazza. Come dar loro torto?!

Quest’anno si realizzerà….come ti stai preparando?

Ho deciso di rivolgermi a un professionista della Ego per la preparazione, ma non per ottenere dei risultati, semplicemente per riuscire a portarla a termine senza farmi male e vivere questa esperienza con piacere, senza esasperazioni. E ho trovato la persona giusta: Alessandro (Alessandro Del Rosso, coach Ego, n.d.r.) mi ha trasmesso tranquillità sin da subito e ha capito il mio spirito: voglio godermi la NYCM. Gli allenamenti seri sono iniziati il 10 settembre: ho corso 18 km sotto la pioggia, tra le pozzanghere e la mota, e in quei 100 minuti di corsa mi è passato tutto per la testa. Io non ascolto musica quando corro, mi piace pensare o, se sono con qualcuno, parlare (se ho ancora fiato per farlo!). Quando iniziano a mancarmi le forze cerco di concentrarmi su qualcosa di piacevole, sui miei figli, su una bella esperienza vissuta e fantastico su quella che sarà la NYCM.

Il tuo obiettivo e l’emozione che associ a questa avventura nella Grande Mela?

Il mio obiettivo in questa pazza impresa è raggiungere il traguardo “viva”, con almeno un briciolo di forza per abbracciare i miei bambini: quella sarà la ciliegina sulla torta, perché già partire tutti insieme e condividere questa fantastica esperienza è una grande vittoria. I miei non sono certo obiettivi di performance, tempo o velocità.

Altri lucchesi ti accompagneranno in questa sfida?

Saremo in tanti a partire: la mia famiglia, quella di mio marito, diversi amici del gruppo running Seventies, tra cui Marco Davini e la sua famiglia, insomma un bel gruppo tra maratoneti, principianti come me, parenti e amici…ma durante la corsa sarò sola in mezzo a una immensa folla di stranieri, in una delle città più belle del mondo.

Cosa porterai con te del mondo Ego alla maratona di New York?

Lo spirito, il senso di partecipazione e il sorriso di Alessandro, il mio preparatore. Non immagini che gioia che ho provato alla mezza maratona di Lido di Camaiore (16 settembre) quando l’ho visto al traguardo ad aspettarmi, orgoglioso di me e carico di aspettative che spero non deluderò. Ovviamente porterò con me il ricordo dei vari allenamenti e delle risate con gli amici della Ego, prime tra tutte Maria Teresa Baldassari. Sì, porterò con me un po’ tutto quello che mi rende ogni giorno felice…

Un pensiero prima di partire per la maratona di New York…


Ora che mi trovo all’apice del cammino intrapreso con Alessandro, posso dire che fino ad ora ce l’ho messa tutta, ligia nelle tabelle, assidua nei compiti che ha saputo assegnarmi, dopo aver valutato attentamente le mie (scarse!) capacità. Dopo aver svolto con diligenza l’ultimo “compitino” dei 30 km collinari, mi sento un po’ più fiduciosa. Quindi se riuscirò a raggiungere il traguardo della NYCM, potrò confermare che anche una pigra principiante come me può farcela: ciò che conta è la volontà. E quella ne ho, da vendere. Se poi non dovessi farcela, (e sono 1000 i fattori avversi che possono subentrare, come l’emozione, il freddo, i crampi, lo sgomento, lo sconforto, uno stiramento, una distorsione…), beh, almeno potrò dire di averci provato… Spero che i miei figli capiscano il messaggio di questa mia prima (e ultima!) maratona: solo correndo sulle proprie gambe si possono raggiungere i traguardi, col sudore e la fatica. Niente viene da sé, per cui rimbocchiamoci le maniche, cari miei…
(dp)

Conclusioni

Quando si dice “correre un sogno”, ecco, alla partenza Chiara saprà quali sono le mete interiori che porta con sé, il “quando” e il “perché”, che restano e rimarranno suoi. Sarà sola ma non del tutto: perché partirà con la somma di tutti i passi e di tutte le sfide che l’hanno già fatta arrivare alla sua meta, che è il viaggio che sta compiendo.

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